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    Ursa Major

    La Befana garfagnina, una tradizione d’altri tempi

    Un articolo apparso su L’Internazionale non molto tempo fa rispondeva al seguente quesito: “Perché il Natale è percepito con questo senso d’attesa?”

    La domanda era molto pertinente alla situazione attuale: in tempo di restrizioni e lockdown parziali, ci siamo tutti chiesti cosa ne sarebbe stato del nostro Natale.

    Il pensiero di molti di noi è andato sicuramente allo shopping natalizio, in vista dei regali di Natale.

    Del resto, anche se sembra scontato dirlo, negli ultimi decenni il Natale ha assunto sempre di più i connotati di una festività caratterizzata da un incremento dei consumi.
    Di certo i costumi e le abitudini cambiano e non saremo di certo noi quelli che puntano il dito contro un’abitudine consolidata che, a conti fatti, soprattutto quest’anno, dà anche un certo impulso all’economia.

    Tuttavia, ci piace sempre ricordare e, se possibile, rivivere qualche tradizione del passato, perché crediamo che conoscere le nostre radici, raccontare e rivivere le abitudini dei nostri genitori e dei nostri nonni, sia utilissimo per avere più chiaro il senso profondo di alcune cose.

    Da sempre associamo il periodo natalizio alla magia, al calore, alla riscoperta del nostro bambino interiore.

    Ci piace, quindi, l’idea di riportare alla luce le radici profonde e intime di queste emozioni, raccontandovi le tradizioni Garfagnine, con la speranza di riportare alla mente qualcosa di autentico e semplice.

    In particolare, in questo articolo racconteremo le tradizioni antiche legate all’Epifania, ricorrenza molto sentita nel territorio della Garfagnana.

    Tra i suoi monti, infatti, sin dai tempi più antichi, è proprio la Befana a portare i doni ai bambini, che attendono con trepidazione e anche un pizzico di paura di trovare del carbone ad attenderli.

    Tradizioni antiche delle Garfagnana

    La sera del 5 gennaio, fino a cinquant’anni fa, i bambini prima di andare a letto appendevano la calza al caminetto e lasciavano pronto per la befana un “fascetto” di fieno davanti alla porta di casa per far mangiare il “miccio” l’asinello) della Befana e anche della legna secca per far scaldare la Befana dopo una lunga serata di viaggi a consegnare doni. Alle cinque del mattino del 6 gennaio i bambini venivano svegliati dal suono delle campane per andare a controllare la loro calza, ovviamente anticamente i regali all’interno delle calze erano molto modesti. Si poteva trovare arance, nocciole, noci, mele, castagne e fichi secchi o se la famiglia era agiata del panforte o dei giocattoli.

    Tutti i giochi che si potevano trovare non venivano acquistati, ma di solito erano opera dei genitori o dei nonni.

    Il befanino, biscotto della tradizione

    Un altro momento molto atteso di questa festività tradizionale era quello dei “befanini“, dei biscotti preparati appositamente per l’evento. Ognuno seguiva una ricetta di famiglia diversa, la cosa che li accumunava tutti però era la forma che gli si dava, di cuore, stella o omini. Di solito venivano messi nelle calze dei bambini e si scambiavano con tutta la famiglia o regalati alle persone che la sera del 5 gennaio bussavano di porta in porta ad annunciare la Befana cantando “le befanate”. Già “le befanate”.

    Una tradizione più viva che mai

    Si ha la prima notizia riguardo i canti della befana nella zona di Barga. La notizia addirittura risale al 1414, quando si parla dell’Epifania nel “liber maleficiorum”, ovvero l’attuale codice penale. Erano ritenuti come degli incantesimi, chiunque fosse stato colto nell’atto di cantare queste canzoni della befana doveva pagare una cauzione in denaro.

    In Garfagnana la tradizione è ancora viva, infatti per la befana c’è un gruppo di cantori accompagnati da un musicista di fisarmonica o chitarra che segue la Befana, che solitamente è un uomo vestito da donna, poiché in antichità le donne non potevano recitare e il befanotto, ovvero il marito della Befana, che ha il compito di iniziare il canto.

    Quest’anno di certo sarà difficile mantenere questa tradizione, ma noi siamo sicuri che i Garfagnini nelle proprie case in sicurezza passeranno la loro festività preferita per come possono. 

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